La “prova generale” dei saccheggi e della sommossa si è avuta la settimana scorsa nella città di Cordoba, nel nord dell’Argentina. Lì la polizia aveva incrociato le braccia, chiedendo migliori paghe e condizioni di lavoro, creando così l’occasione ai delinquenti di saccheggiare impunemente.
I saccheggi hanno coinciso con le celebrazioni di martedì dei 30 anni del ritorno alla democrazia.
La Presidente argentina Cristina Fernández de Kirchner non si è espressa sulle richieste della polizia. Ha invece denunciato un disegno politico e criminale dietro i disordini, e accusa la polizia locale di “logorare i valori della democrazia” con il proprio comportamento.
A Cordoba la polizia aveva scioperato respingendo l’aumento salariale proposto del 33%, ottenendo poi un +50%. In altre province gli agenti avevano ottenuto e accettato l’aumento del 60% dello stipendio, senza arrivare allo sciopero. Cifre che però non sono per nulla abnormi.
Tra principali i motivi del malcontento popolare – e della polizia – vi è la pesante inflazione. Il tasso si mantiene sopra il 20% negli ultimi 5 anni, cosa che ha eroso il potere d’acquisto delle persone, non essendoci stato un analogo adeguamento salariale.